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Osteopatia

Disciplina che considera l’uomo un’unica unità funzionale in cui i vari apparati collaborano per mantenere il benessere dell’organismo. L’osteopata cerca le disarmonie interne per risolvere i problemi del paziente, indagando quattro sistemi funzionali: il sistema strutturale (muscoli e articolazioni), quello viscerale (gli organi interni), quello cranio-sacrale (ossa del cranio e del sacro) e quello fasciale (le guaine del tessuto connettivale).

A chi si rivolge:

A tutte le persone afflitte da una sintomatologia dolorosa che non risultino avere alcuna patologia organica. Il concetto di lesione in osteopatia è molto diverso da quello che si ha nella cosiddetta medicina tradizionale; in osteopatia infatti ci si riferisce in primis a una perdita di mobilità; per essere considerata sana, una articolazione deve essere in grado di muoversi con l’ampiezza massima su tutti i gradi di libertà dei diversi assi fisiologici dei movimenti.

Oggi, più che di lesione osteopatica si preferisce parlare di disfunzione osteopatica. Quindi, in osteopatia le disfunzioni non sono obbligatoriamente, per esempio, una frattura ossea o uno strappo muscolare, ma squilibri a volte impercettibili e non rilevabili nemmeno ai normali controlli radiografici. Soltanto un osteopata è in grado di identificare con certezza una disfunzione osteopatica e per farlo si deve essere in grado “leggere” nelle strutture l’eventuale presenza di squilibri o di blocchi.

La diagnosi di queste disfunzioni viene fatta attraverso l’anamnesi, l’osservazione della statica e della dinamica e infine con l’esame palpatorio. L’osteopata può anche avvalersi dell’eventuale visione di esami tradizionali.

Quali sono i campi di applicazione?

Articolari:

Si applica a tutte le problematiche della struttura osteo-articolare e muscolare quali: ernie discali, sciatalgie, lombalgie, dorsalgie, cervicalgie, discopatie, problemi posturali, problemi all’articolazione temporo-mandibolare ( blocchi e malocclusioni), blocchi costali, scoliosi, artrosi, dolori articolari a livello degli arti, tendiniti, epicondiliti, pubalgie, emicranie, cefalee, vertigini, ronzii, acufeni.

Viscerali:

Si applica a tutte le problematiche che coinvolgono disfunzioni viscerali organiche o secondarie da problemi vertebrali, ptosi viscerali e disturbi funzionali dei vasi , nervi o visceri adiacenti, aderenze post-operatorie che causano una ristretta mobilità delle viscere del peritoneo che possono far sorgere tensioni e dolori muscolo-scheletrici, spasmi viscerali di origine somatica, fastidi digestivi, palpitazioni, gonfiori, stipsi, pesantezza addominale, sindrome dolorosa mestruale, disturbi della menopausa, gambe pesanti e gonfie.

Energetiche:

Sbalzi di umore, ipostenia, nausea frequente, mal di testa, emicrania, disturbi del tono muscolare, disturbi del sonno, disturbi della menopausa, tachicardie e stress, stati ansiosi.
Ovviamente si parla di disordini funzionali.

Come viene praticata l’osteopatia?

Basandosi sulla diagnosi effettuata, l’osteopata sceglie quelle manovre che ritiene più opportune per la guarigione. L’osteopatia non è una disciplina invasiva e non richiede l’uso di farmaci, l’ unico strumento di lavoro sono le mani. Attraverso la manipolazione è possibile, secondo gli osteopati, guarire le disfunzioni e conseguentemente il soggetto che ne è affetto.

Quanto dura un ciclo di trattamento?

L’osteopatia consente di completare un ciclo di trattamento in media in 5-6 sedute al massimo.

L’osteopatia sostituisce il medico?

ASSOLUTAMENTE NO! La collaborazione qualificata del medico è indispensabile per avere la certezza che la sintomatologia esaminata non sia frutto di una patologia organica ma solo di un problema funzionale. La patologia organica è di competenza medica, si individua con esami clinici e si conferma con esami complementari quali: RX, TC, RMN. E’ meglio quindi prima di ogni intervento di osteopatia assicurarsi che non si tratti di un quadro esclusivamente organico.
Lontano dall’essere una terapia alternativa l’osteopatia si affianca alla medicina tradizionale, completando il suo pregevole compito di prevenzione. Infatti, l’osteopatia non può guarire le lesioni anatomiche gravi, le malattie degenerative, le malattie genetiche, le malattie infettive o infiammatorie, le fratture. Tuttavia, può avere un’azione sulle conseguenze, in particolare il dolore, con la liberazione delle tensioni delle strutture.

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